Per il primo compleanno di mio nipote Riccardo ho deciso di imbarcarmi in un'impresa a dir poco titanica ed ho preparato un profiteroles. Impresa titanica perchè, a parte mangiarlo, non lo avevo mai preparato prima nè mai ovviamente mi ero mai cimentata con i bignè ma, con la incosciente sicurezza che ti trasmettono le ricerche on line e la visione di altri cuochi più o meno dilettanti su YouTube, mi son detta che sì: la missione era possibile! :-) Così, dita incrociate e concentrazione al massimo mi sono chiusa in cucina per mezza giornata!
Tanto per far sfoggio di quanto ho studiato ora non posso non raccontarvi qualcosa sulle origini del profiteroles, dolce molto ricco nato nel Rinascimento e precisamente dopo che, nel 1540, venne inventata la pasta choux, ovvero la pasta dei bignè. Il creatore della pasta choux era un cuoco che Caterina de' Medici portò al suo seguito presso la corte di Francia quando andò in sposa ad Enrico II.
Il profiteroles si presenta fondamentalmente come una piramide di piccoli bignè, riempiti di panna montata, crema pasticcera o chantilly, e ricoperti in genere da una densa glassa a base di panna e cioccolato fondente fuso, ma è un dolce che si presta a moltissime varianti golose, per farcitura e per glassa, e persino salate. Il nome di questo dolce nasce dalla parola francese "profit",
che significa "profitto, guadagno", e il suo diminutivo "profiteroles", in
ambito gastronomico, significa letteralmente "piccola gratificazione".